Unità spinale unipolare
Questa filosofia riabilitativa è stata enunciata per la prima volta da Guttman, il neurochirurgo inglese che alla fine della seconda guerra mondiale chiarì come solo una riabilitazione globale e un intervento in equipe multidisciplinare potesse dare risposte adeguate a questo genere di problema.
Il gruppo di lavoro dell’USU è composto da medici, infermieri , terapisti, psicologo e assistente sociale nonché da membri delle associazioni di persone mielolese.
Facendo propria la filosofia di Guttman l’attuale gruppo di lavoro dell’Unità Spinale, da sei anni, sta attuando una riabilitazione non solo del paziente ma soprattutto della persona.
Se un gruppo di professionisti motivati e continuamente aggiornati è il presupposto per una buona operatività, non da meno lo è una struttura adeguata.
Ampi e confortevoli spazi privi di barriere architettoniche sono il presupposto sia per facilitare gli spostamenti in carrozzina, sia per accogliere al meglio una persona che dovrà rimanere ricoverata per lungo tempo. La degenza media di una persona paraplegica è di quattro mesi, quella di un paziente con lesione mielica cervicale di otto.
Al termine di questo periodo la persona avrà la capacità di riprendere la vita al proprio domicilio e nella società.
Le camere di degenza sono a due letti, confortevoli e dotate di televisione.
Il lavandino è di altezza e forma adeguate all’utilizzo da parte di chi è in carrozzina.
Le camere di degenza e i bagni sono spazi riabilitativi importanti, il recupero delle autonomie nella vita quotidiana infatti parte proprio dalla capacità di vestirsi, trasferirsi dal letto alla carrozzina e gestire l’igiene del corpo..
E’ importante evidenziare che in Unità Spinale non vi è discontinuità tra la curaclinica e l’atto riabilitativo motorio o viscerale.
Ecco allora che l’intero team di professionisti e gli spazi architettonici vengono a costituire un unico aspetto organico finalizzato alla riabilitazione.
Le problematiche cliniche da affrontare sono numerosissime riguardando in pratica tutti gli apparati.
L’USU è riuscita ad acquisire alcune importanti dotazioni tecnologiche per facilitare questo gravoso compito; tra queste citiamo: la videourodinamica e la strumentazione per uno studio neurofisiologico completo.
Scopo finale dell’intervento riabilitativo post-acuzie è il raggiungimento, da parte della persona mielolesa, della massima autonomia compatibile con il livello di lesione.
Il percorso riabilitativo porta la persona mielolesa prima fuori dal letto e dalla camera di degenza, poi fuori della Unità Spinale stessa, per vivere, con strategie differenti rispetto al passato, gli spazi esterni e la quotidianità. Quest’ultimo processo è reso bene dal termine inglese life-bridge (o ‘ponte verso la vita’). Il riadattamento all’esterno deve essere graduale e attentamente monitorato, assistito e preparato dai professionisti dell’Unità Spinale.
Per meglio assolvere a questo compito il reparto si è dotato di strutture dedicate all’attività ludica e sportiva
Prima fra tutte la piscina.
Questa struttura è la più grande, in Italia, tra quelle annesse ad una Unità Spinale.
Ciò ha determinato una particolare motivazione nel team alla specializzazione in questo settore che si è concretizzata, tra l’altro, con l’istituzione del primo corso dedicato ad istruttori di nuoto.
Questi dovranno gestire in piscina le persone mielolese una volta dimesse dall’USU e seguire negli allenamenti quelle di loro che si dedicheranno ad attività agonistiche.
Il trattamento in acqua, durante la degenza, prevede esercizi di rilassamento per antagonizzare la spasticità, esercizi di rinforzo e allungamento muscolare, l’avvio al nuoto.
Altro spazio importante è la palestra ludica polivalente, attrezzata per attività come: il tiro con l’arco, il ping-pong, il basket.
Per la persona mielolesa il riprendere a guidare l’automobile è spesso l’unica possibilità per spostarsi sui lunghi percorsi. Sino ad ora, infatti, pochi sono i trasporti pubblici fruibili da persone disabili, specie se non accompagnate.
La presenza del simulatore di guida all’interno della struttura agevola molto il raggiungimento di questo traguardo.
La riabilitazione motoria, che precede ed integra le attività ludiche e di preparazione all’attività sportiva viene svolta all’interno di una grande palestra attrezzata.
Esercizi di mobilizzazione e rinforzo muscolare vengono alternati alla verticalizzazione e all’addestramento all’uso della carrozzina.
Nella parte finale della riabilitazione intensiva post-acuzie il paziente esce dal reparto. Lo fa in diverse occasioni, accompagnato dal terapista o dai familiari, nel pomeriggio per andare per negozi, o persino allo stadio, la sera per una cena in pizzeria. Tutto ciò permette alla persona di mettere in pratica quello che ha imparato sulle autonomie e sull’utilizzo della carrozzina.
Per reintegrarsi nel mondo esterno un poco alla volta è indispensabile un intenso rapporto empatico tra gli operatori e la persona che vive il percorso riabilitativo come ricostruzione del proprio io psico-fisico.
Per ottenerlo gli operatori dell’Unità Spinale lasciano spesso e volentieri da parte i camici e le divise del reparto mostrando, una volta di più, come, per dedicarsi a questa professione, sia necessaria una vocazione e un trasporto non acquisibili solo con la tecnica.
Per facilitare il rientro nell’ambiente domestico, specie nelle situazioni più difficili, che è stato ideato ed approntato l’appartamento domotico.
L’appartamento è costituito da un’ingresso , una camera da letto, una cucina, un soggiorno e un ampio bagno
Le maggiori difficoltà la persona mielolesa le trova nella camera da letto, in bagno ed in cucina.
Ecco perché l’appartamento è stato concepito ipertrofizzando questi locali a svantaggio della zona soggiorno.
La struttura è dotata di porta scorrevole automatizzata all’ingresso con videocitofono, di impianto di aria condizionata, di sistema d’allarme collegato con gli operatori del reparto
La camera è provvista di comodino domotico, letto elettrico elevabile, materasso antidecubito, sollevapersone a soffitto.
La cucina presenta accorgimenti ergonomici e automatizzazioni che la rendono facilmente fruibile da una persona in carrozzina.
Il bagno, molto ampio, permette un agevole utilizzo sia di una sedia comoda sia di una barella-doccia. Come per i bagni di reparto il lavandino consente per forma e altezza l’avvicinamento in carrozzina.
Come qualsiasi scienza dedicata all’uomo la riabilitazione è in continua evoluzione, i dubbi e gli errori sono all’ordine del giorno ma sono anche il presupposto per il miglioramento. L’appartamento domotico non fa eccezione a questa regola, è figlio di un preciso momento storico e culturale
Gli errori che abbiamo commesso e che riscontreremo solo nel futuro saranno la prova della nostra continua evoluzione.
L’unica certezza sta nel fine: aiutare, con ogni mezzo, una persona a ritrovare se stessa.