La terapia cellulare nell’ortopedia di domani

Alla “Fondazione Livio Sciutto” prosegue la ricerca in ambito protesico e periprotesico accanto allo sviluppo delle recenti applicazioni di coltura delle cellule staminali.

Tabloid di Ortopedia ha incontrato Giorgio Burastero, che opera presso l’Unità Operativa di chirurgia protesica e del reumatismo articolare dell’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, diretta da Guido  Grappiolo, dove la qualità del servizio è storicamente apprezzata. L’Ospedale Santa Corona ha infatti da sempre una forte tradizione ortopedica, che nasce con il professor G.R. Zanoli, poi chiamato a dirigere la Divisione Ortopedica dell’Istituto Rizzoli di Bologna, e continua con il professor G. Rinonapoli e il professor A. Ponte, uno dei fondatori della chirurgia vertebrale, fino ad arrivare al professor Lorenzo Spotorno, che ha inventato con altri colleghi la chirurgia protesica senza cemento con lo stelo CLS (Zimmer). Burastero è impegnato come ricercatore alla “Livio Sciutto – ONLUS”. diretta dal dott. Guido Grappiolo. La Fondazione onlus in particolare ha lo scopo di mantenere e sviluppare la ricerca scientifica in ambito protesico e periprotesico con particolare focus su design delle protesi, tipi di impianto, nuovi materiali e gestione di tutte quelle che sono le criticità, come difetti ossei e infezioni periprotesiche, nonché lo studio e allo sviluppo delle più recenti applicazioni di coltura delle cellule staminali.

Dottor Burastero, quali figure svolgono attività presso lo Fondazione? 

Fanno parte e possono entrare nella Fondazione tutti quei ricercatori che hanno interesse a sviluppare la ricerca scientifica in ambito protesico e periprotesico, utilizzando le strutture della “Livio Sciutto” per sviluppare le proprie idee. Presso la Fondazione sono spesso ospiti una serie di ricercatori nazionali e internazionali con i quali ci confrontiamo in maniera molto diretta, al di fuori dei classici schemi didattici, per un continuo e produttivo scambio di idee.  

Come viene finanziata l’attività dello Fondazione?  

Il finanziamento, almeno in parte, avviene grazie a donazioni aziende che producono impianti. Naturalmente tali finanziamenti sono completamente indipendenti dalla nostra ricerca e assolutamente svincolati da logiche di mercato. Le aziende, infatti, hanno interesse a sviluppare nuove soluzioni protesiche, nuovi design, ma anche produzioni didattiche come video e materiale informativo, tutti lavori che portiamo avanti in maniera assolutamente indipendente.  Oltre ai finanziamenti delle aziende c’è anche una parte che proviene dal Ministero della Salute attraverso la Regione Liguria, in particolare per sviluppare quei campi di non così immediato utilizzo clinico: si tratta di campi futuribili dal punto di vista dell’utilizzo routinario come la ricerca sui biomateriali, su sostituti ossei e proteine morfogenetiche differenti da quelli oggi disponibili e soprattutto terapia cellulare somatica, sia a manipolazione normale sia a manipolazione estesa.

Ma la terapia cellulare è utilizzata?  

La terapia cellulare, che ha avuto 4~5 anni fa un momento di grande risonanza, è un campo futuribile, che rientra certamente nei nostri obiettivi. Oggi utilizziamo un protocollo clinico approvato di fase I che utilizza le cellule stromali mesenchimali estratte dal midollo dei pazienti e successivamente espanse in incubatori. Si tratta però di manipolazioni così dette “estensive”, che richiedono un controllo di qualità rigoroso e il rispetto di alcuni parametri estremamente rigidi. Ad oggi queste tecniche non hanno nessun reale utilizzo routinario. Vi ricorriamo solo su pazienti selezionati in Clinica, in casi eccezionali, ovvero su pazienti con gravissimi deficit ossei. Collaboriamo con i professori Andrea Bacigalupo e Francesco Frassoni del Centro Cellule  Staminali dell’Ospedale San Martino di Genova, Centro dotato di laboratori ad alta tecnologia in grado di studiare, manipolare ed espandere le cellule di midollo osseo.

Ci parli dello tecnica chirurgica.  

La tecnica chirurgica per il trattamento dei difetti ossei è articolata in tre punti. In un primo passaggio il paziente viene preparato per un espianto di midollo osseo dalla cresta iliaca del bacino; successivamente il midollo viene inviato al Centro Cellule Staminali e trattato da prima per separare le cellule mesenchimali e successivamente per espanderle. Al termine della fase di espansione, quando si ha l’assoluta certezza che la qualità del prodotto di terapia cellulare è privo di contaminanti, si può procedere con la reinfusione al paziente insieme a un trapianto osseo autologo. Questo trapianto è stato approvato dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2004 per l’utilizzo clinico quindi direttamente sui pazienti – ed è costituito dalle tre componenti fondamentali del tessuto osseo: una componente inorganica L’Orthoss (Geistlich Biomaterials), una proteina morfogenetica la BMP-7 (Stryker Biotech), e le cellule stromali espanse dai pazienti in misura direttamente proporzionale al difetto osseo. Grazie a una serie di studi preclinici sappiamo qual’è la quantità ideale di cellule per centimetro cubo di osso per il trattamento, quindi in base al difetto osseo prepariamo un impianto “su misura” per componenti e concentrazione per il riempimento del difetto osseo e l’osteointegrazione dell’impianto.  

Che follow-up e che casistica avete?  

Fino ad oggi abbiamo trattato con queste tecniche 5 pazienti affetti da difetto osseo periprotesico sovra uretro acetabolare dai 19 ai 29-30 centimetri cubici quindi difetti ossei massivi trattati. Uno solo è stato trattato con cellule staminali espanse, proprio per motivi di rispetto del Regolamento GMP dell ‘Oms.  I follow-up ormai è di 2 anni, con un ottimo risultato clinico. La valutazione del trapianto viene fatto con studi TAC che permettono di effettuare studi densitometrici specifici per valutare se il trapianto è in effetti vitale e sottoposto a un fenomeno di rimaneggiamento osseo, che è il nostro obiettivo.

Andrea Peren

La Fondazione “Livio Sciutto – ricerca biomedica in ortopedia – ONLUS”è nata nell’anno 2007 e ha ricevuto in donazione il patrimonio finanziario e scientifico della “Fondazione Scienza e Vita”, costituita nel 1994 dal dott. Lorenzo Spotorno. Il Direttore Scientifico è il Dott. Guido Grappiolo, coordinatore del Dipartimento di Ortopedia nonchè Direttore dell’Unità Operativa di chirurgia protesica e del reumatismo articolare dell’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure. Tre i settori al centro dell’attività della Fondazione onlus. Il settore protesico, quello di terapia cellulare e il settore infezioni osteorticolari, sviluppati in maniera distinta perché sono estremamente vasti e complessi. Per quanto riguardo lo chirurgia protesica, Grappiolo ha sviluppato protesi innovative a conservazione di collo e protesi emicefaliche, che vengono impiantate con tecnica chirurgica specifica e che hanno un’indicazione estremamente particolare, cioè su pazienti molto giovani, attivi e quindi con elevato richiesta funzionale. Burastero si occupa invece di terapia cellulare, biotecnologie e biomateriali (titani, titani trabecolari). C’è poi un reparto dedicato alle malattie infettive in ambito ortopedico, sia protesiche che sulle ossa lunghe (Reparto “MioS”) e sta portando avanti studi pilota sull’isolamento dei germi, terapia antibiotica, algoritmi per portare alla definizione di specifiche tecniche chirurgiche.